Spesso si dice impropriamente che i cittadini italiani hanno scelto il loro premier. In realtà oggi non è propriamente così. Si votano i partiti, si votano le coalizioni, la maggioranza si forma in Parlamento. Il candidato premier viene individuato nell’ambito della maggioranza parlamentare e nominato poi ai sensi dell’art. 92 Cost. dal Presidente della Repubblica.
In caso di crisi di governo, il Presidente della Repubblica oggi è tenuto a verificare se in parlamento vi possa essere ancora una maggioranza e se la stessa sia o meno in grado di indicare un nuovo premier.
Col Premierato si vogliono evitare i c.d. “giochi di palazzo”, valorizzando la sovranità popolare e rimettendo al cittadino la scelta del Premier. Nella più recente prassi i partiti e le coalizioni hanno preso già l’abitudine di indicare preventivamente il nome del candidato premier (addirittura inserendolo nei loghi di partito/coalizione).
La riforma del Premierato va a incidere sui rapporti tra corpo elettorale, parlamentari e Presidente della Repubblica. Non si può negare che uno dei pregi di tale riforma sia dato da una maggiore trasparenza e linearità: il cittadino vota una determinata maggioranza politica e il suo leader, così come già avviene per esempio allorchè si vota il Sindaco del proprio comune.