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Verso un nuovo approccio alla Giustizia

La Riforma della Giustizia in discussione si indirizza chiaramente verso un nuovo modo di concepire la Giustizia, che inevitabilmente andrà a impattare anche sulla professione forense e sulla figura dell’avvocato.

Con chiaro intento deflattivo, vengo privilegiati i cosiddetti metodi alternativi di risoluzione delle controversie (ADR), prevedendo l’avvio del contenzioso in giudizio come extrema ratio.

Peraltro, bisognerà stare molto attenti prima di agire in giudizio, in quanto saranno introdotte/potenziate le sanzioni per chi propone cause con malafede o colpa grave (c.d. lite temeraria).

Stante l’incertezza del diritto – incertezza inevitabile trattandosi di una scienza “sociale” – occorrerà con ciascun cliente valutare seriamente l’opportunità di avviare un contenzioso.

Tutto questo comporta, già da adesso (essendo la politica del mio studio), un approccio professionale improntato alla prevenzione delle ipotesi di contenzioso, attraverso una assistenza stragiudiziale preventiva e un confronto costante col cliente nell’ottica di prevenire il concretizzarsi di situazioni critiche.

Il ricorso all’avvocato non deve essere visto come l’extrema ratio, il professionista cui ricorrere quando la situazione è ormai compromessa. Piuttosto, un buon avvocato dovrà proporsi come consulente di fiducia e seguire il cliente già da prima dell’insorgere del contenzioso, mediante la valutazione dei più opportuni strumenti di tutela dei propri diritti.

Per una società questo significa attenzione alla contrattualistica, ai rapporti coi lavoratori, revisione dei contratti bancari e delle relative condizioni, gestione del rischio fiscale, gestione dei marchi e brevetti.

Per un privato ciò significa solo a titolo esemplificativo (per toccare due dei settori in cui lo studio è maggiormente specializzato) attenzione alla consulenza patrimoniale, assistenza nelle operazioni di compravendita immobiliare,