Gli Open Data Inail relativi ai primi sette mesi del 2022 confermano che purtroppo c’è ancora molto lavoro da fare in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro e pieno recepimento da parte delle aziende dei principi e delle norme del Testo Unico D. Lgs. 81/2008. Bisogna lavorare ancora molto sulla sensibilizzazione delle aziende ma anche sulla informazione e formazione dei lavoratori.
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e luglio sono state 441.451 (+41,1% rispetto allo stesso periodo del 2021), 569 delle quali con esito mortale (-16,0%).
Nei primi sette mesi del 2022 si registra, rispetto all’analogo periodo del 2021, un deciso aumento delle denunce di infortunio in complesso (dovuto in parte al più elevato numero di denunce di infortunio da Covid-19 e in parte alla crescita degli infortuni “tradizionali”), un calo di quelle mortali (per il notevole minor peso delle morti da contagio) e una crescita delle malattie professionali.
Come ha ricordato il Presidente della Repubblica nel Suo ultimo discorso del 01 maggio 2022 (Festa dei Lavoratori) il costo della ripresa economica non può essere pagato in termini di infortuni sul lavoro. Così come, nei momenti di difficoltà, occorre che le aziende rifuggano dalla tentazione di ridurre le spese per la sicurezza: anche una sola morte rappresenta un costo umano e sociale inaccettabile.
Il lavoro è strumento di progresso e di affermazione delle persone, non un gioco d’azzardo potenzialmente letale.