L’attività giudiziaria dopo il Corona Virus

Condivido le riflessioni di Alessandro Pepe su il Caso.it

In particolare, rimando a queste specifiche considerazioni:

2. Come si potrà lavorare dal 16 aprile in poi?
Se, come più volte ribadito, l’interesse prioritario è quello alla salute pubblica e privata, e se questo interesse si persegue col “distanziamento sociale”, è evidente che l’unica strada
organizzativa è quella del ricorso, inderogabile, al lavoro da remoto, sia per i magistrati che il personale di cancelleria. In ufficio ci dovranno essere solo pochissime persone, nei limiti dello stretto necessario. L’emergenza, in sostanza, ci mette di fronte ad una vera e propria scommessa, che è anche culturale e psicologica. Da più  di dieci anni i giudici civili di merito e gli avvocati utilizzano la consolle e il PCT, ci sono quindi anche le condizioni culturali per affrontare, anzi “sfidare” l’emergenza, salendo l’ulteriore scalino: invio e deposito telematico di tutti gli atti e, soprattutto, trattazione da remoto delle udienze.